
Lc 24, 13-35: Emmaus
- Tutto il capitolo 24 del Vangelo di Luca è dedicato al giorno di Pasqua: l’evangelista, con arte consumata vi colloca tre racconti che si susseguono in crescendo, allo scandire delle ore: dall’esperienza enigmatica delle donne nelle prime ore dell’alba, a questa discreta e personale dei due discepoli che camminano sotto il sole del meriggio, fino all’apparizione della sera , a tutto il gruppo riunito nel cenacolo, con la consegna della missione ecclesiale: essere testimoni della vittoria di Gesù sulla morte
- Il Risorto prende presenza fra i suoi gradualmente, dapprima quasi in punta di piedi e a piccoli passi, ma poi sempre più fermamente, secondo il divenire della fede che Egli suscita, guida e conferma.
- Il racconto è ambientato significativamente lungo una strada e descrive un viaggio, tema caro all’evangelista Luca. Tutta la vita di Gesù nel suo vangelo è presentata come un grande viaggio verso Gerusalemme, ma anche la vita della Chiesa delle origini, che delinea negli Atti degli apostoli, è un viaggio che, al contrario, si muove da Gerusalemme verso il mondo intero: infondo tutta la storia umana è un viaggio e anche la nostra vita è un viaggio di cui a volte si perde il senso e la direzione, che ci fa attraversare momenti bui e valli oscure di dolore , dalle ombre di morte secondo la lettera del salmo 23, come in questi giorni.
- I due protagonisti discorrevano e discutevano insieme, confrontando le proprie esperienze e i propri interrogativi: avevano ancora negli occhi lo spettacolo desolante della croce. Come era potuto accadere? “Noi speravamo “! Era stata dunque tutta un’illusione? Le domande si inseguivano una dopo l’altra, come in certi momenti accade anche a noi, confondendosi con i rimpianti e il senso di sconforto. Eppure, dice il testo nella lingua originale, quel discutere era un cercare insieme ( suzetountes ) ….e questa è la condizione favorevole per una svolta nella loro avventura che sembrerebbe disperata. Cercavano insieme e anche noi non dobbiamo stancarci di cercare insieme, perchè il Signore non si nega mai a chi cerca con cuore sincero. Lui stesso ha invitato i suoi, “cercate e troverete” ed ecco che si fa trovare, camminando a fianco dei due.
- Ma i loro occhi erano chiusi dai dubbi e dal dolore, perciò non lo riconoscono e solo alla fine si apriranno per il prodigio della fede provocata dal misterioso compagno di viaggio. E’ lui stesso a iniziare un suggestivo e serrato dialogo con una domanda che impedisce alle ferite di rimarginarsi. Si fermarono col volto triste e uno di loro di nome Cleopa disse: “Tu solo sei così forestiero… da non sapere ciò che è accaduto in questi giorni?” E Gesù sta al gioco: Che cosa?
- Costringe così i discepoli a ricordare tutta la vicenda del loro Maestro, le sue parole e i suoi gesti…quelli che li avevano affascinati e per cui lo avevano seguito con slancio. E’ questa una condizione fondamentale per la fede: ricordare le vicende, ruminare le parole di Gesù, ripercorrere gli incontri di luce, ripensare ai momenti di entusiasmo…
- Con la memoria del Signore fa capolino, sia pure in un’altalena di speranze e delusioni, qualche raggio di luce…Sono passati tre giorni, ma forse non è detta l’ultima parola …” alcune donne delle nostre ci hanno sconvolti—ammettono– recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il corpo , sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli , i quali affermano che Egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e l’hanno trovato vuoto, come avevano detto le donne, ma Lui non l’hanno visto “( vv 22-24)
- Ecco che si raccolgono segnali e indizi dell’agire di Dio lungo la trama confusa della nostra vita; segni passibili di molteplici decifrazioni, segnali che lasciano perplessi e interdetti…ma si comincia a uscire dal ghetto del pessimismo e delle paure, dal piatto e sordo realismo che nasconde solo la stanchezza e la fatica di pensare e fare qualcosa d’altro e di diverso dalla rassegnazione al male…
- La tomba vuota è un segno e come tutti i segni è ambiguo; i due paralizzati dalla logica della carne e del sangue non hanno il coraggio di sporgersi in avanti verso una verità che sembra impossibile, forse perchè troppo bella!
- “Stolti e tardi di cuore a capire” il Signore li rimprovera e innalza il loro sguardo dalla realtà immediata e ristretta di quei giorni, alla globalità del disegno salvifico e spiega loro le Scritture. Rivela il senso del libro della storia e lentamente apre i loro occhi anche sul senso della sua croce e della sua morte, perché prendano senso tutte le croci e tutte le morti…
- Noi non sentiamo la sua lezione magistrale. Il narratore ci fa vedere, come in un campo lungo cinematografico, Gesù che parla e i due che ascoltano e annuiscono sempre più conquistati dalle sue parole, arde in loro una fiamma, e anche i loro volti si arrossano nel rosso del tramonto.
- Giunti a Emmaus, il dialogo si fa preghiera: Resta con noi … perché giunge la notte … Resta con noi Signore. Facciamo nostra questa invocazione stasera Resta con noi Signore perché la notte è buia…Il Risorto esaudisce la supplica dei due e nel contesto della cena viene finalmente riconosciuto, “nello spezzare del pane “, un gesto familiare e che evoca però la sua passione d’amore, quando ha spezzato la sua vita. E’ ciò che faremo tra poco ed Egli sarà ancora con noi. A questo punto, secondo il Vangelo, il Signore può anche scomparire alla vista dei due, perché ormai essi lo sperimentano vivo nella loro vita.
- Come ci ha detto l’apostolo Paolo, Gesù è la nostra vita, da quando nel battesimo siamo stati immersi nel suo amore, per riemergere come nuove creature. La nostra esistenza è quella del Risorto che rifiuta l’egoismo e la rivalità, l’avidità e l’indifferenza, l’aggressività e la violenza; vita che cresce nella fraternità, nella condivisione e nella solidarietà, si rafforza nella misericordia e nel perdono, giunge a pienezza nella generosità e nel dono di se.
- Carissimi, la notte sarà ancora lunga, e avremo bisogno di tanta fede, di tanta speranza e di tanto amore. Restiamo uniti, in comunione con tutti gli uomini di buona volontà, gli uomini che Dio ama e facciamo Pasqua: “passiamo” oltre questa notte e ogni notte con Gesù il Vivente. Egli ci guidi, scacci le paure, doni calma profonda ai nostri cuori e ci permetta di vedere nuovi giorni felici, sempre nella sua luce.