
Dopo aver accolto con gioia il documento finale del cammino sinodale diocesano conclusosi con l’assemblea del 12 giugno 2025, avendo invocato la luce dello Spirito Santo, l’intercessione della Vergine Santa e di Sant’Allucio come di tutti i santi della Chiesa pesciatina, in forza della potestà episcopale a me conferita, con il presente atto, promulgo il documento sinodale della Diocesi di Pescia, dando ad esso il valore di autorevole e vincolante indicazione pastorale diocesana.
I. CHIESA LUOGO DI RELAZIONE E DIALOGO
- Coinvolgimento dei laici e corresponsabilità
Nella Chiesa è necessario un sincero dialogo, facilitato da un atteggiamento empatico e di umiltà, da uno spirito di comunione e di fratellanza, consapevoli che il dialogo con la società civile può contribuire alla crescita della Chiesa.
Per “fare comunità” si rende necessario vivere la prossimità come approccio al mondo che ci circonda, mettendo al centro la persona con le sue esigenze e i suoi vissuti, coltivando buone relazioni sia all’interno delle nostre comunità, sia in dialogo con le persone e le realtà che ci circondano. Così facendo la Chiesa si mostra attenta ai bisogni concreti e quotidiani esprimendo vicinanza e condivisione con coloro che portano su di sé i disagi e le sofferenze causate da una società che emargina e scarta (adolescenti e anziani soli, il mondo del lavoro che si disumanizza, la diversità culturale).
Parrocchia come estensione della casa. La nostra Chiesa particolare sente al suo interno l’esigenza di rinnovarsi, di radicare sempre più in sé uno spirito di comunione, di fratellanza e di dialogo. La comunità cristiana deve essere considerata come un prolungamento della propria casa; si rende sempre più necessario far sentire tutti i parrocchiani parte integrante della vita comunitaria, coinvolgendo attivamente i laici nella progettazione e nella realizzazione di iniziative e percorsi pastorali.
Iniziative pastorali possibili
- L’organizzazione di momenti di incontro e di esperienze di convivialità o comunque di aggregazione possono essere una buona occasione per attrarre ed aprirsi all’accoglienza. A queste attività sarà necessario affiancare progetti e proposte strutturate e serie di formazione e accompagnamento spirituale (ad es. lectio divina, gruppi di preghiera, campi-scuola, ecc.) affidata, in forma corresponsabile, a consacrati e laici formati.
- Risulta altresì opportuno proporre interventi mirati verso specifiche fasce di età: incrementare attività rivolte alle famiglie, ai giovani e agli anziani, per far sentire ogni persona della comunità parte integrante e valorizzare ogni contributo ed ogni talento.
- L’occasione della benedizione delle famiglie viene vista come uno strumento adatto ad esprimere vicinanza della parrocchia istituzionale alla realtà delle fami- glie, per questo viene espresso il desiderio di incrementare le occasioni di visita alle famiglie nelle loro abitazioni anche con spirito innovativo.
- Vivere la prossimità come approccio al mondo che ci circonda, mettendo al centro la persona e le sue esigenze e i suoi vissuti, coltivando buone relazioni con tutti, anche con coloro che sembrano apparentemente più lontani o indifferenti.
2. Rinnovamento delle comunità e strategie di inclusione
Esperienze di testimonianza personale e impegno evangelico. Il dialogo parte dall’ascolto autentico e diventa strumento di prossimità imprescindibile, in questo processo la testimonianza della propria esperienza di fede diventa un requisito fondamentale dell’essere cristiani capaci di mettere al centro la persona, le sue esigenze e i suoi vissuti, e di mostrare, con la propria vita, la fede custodita nel cuore. La fede può, dunque, trasformarsi in impegno concreto per annunciare il Vangelo e dare testimonianza di buone prassi.
Difficoltà di rinnovamento e limiti strutturali. È stata evidenziata una accentuata pe- santezza della vita ordinaria delle parrocchie dove gli impegni si moltiplicano e portano a concentrare l’attenzione sulla vita interna della comunità a danno dello spirito missionario e il dialogo con il mondo che ci circonda.
Iniziative pastorali possibili
- Alcune attività non strettamente pastorali potrebbero essere organizzate al di fuori dell’ambito della parrocchia per non appesantire gli impegni formativi e pa- storali.
- Superare la resistenza al cambiamento rappresentata dalla facilità di una pastorale ripetitiva e senza creatività per cercare con fatica nuove modalità di coinvolgi- mento e reimpiantare una cultura del rinnovamento.
- Accentuare la dimensione di corresponsabilità dei laici per la gestione dell’ordi- narietà pastorale anche attraverso la valorizzazione dei ministeri istituiti.
- Attività pastorali caritative. L’aiuto alla persona può rappresentare una valida modalità missionaria e l’invito a partecipare alla vita comunitaria, se vissuta e proposta con un approccio che valorizzi, promuova e rispetti la dignità di ogni persona che riceve aiuto.
3. La Forza delle relazioni e il dialogo intergenerazionale
Valorizzazione delle relazioni e della comunione e dialogo tra generazioni. Si rileva nelle nostre comunità un’evidente difficoltà di interazione fra giovani e adulti; questo ha fatto scaturire la necessità di approfondire questo tema suggerendo proposte mirate che rompano il silenzio generazionale e favoriscano uno scambio di idee e di esperienza, con attenzione e creatività. Ambiente di fiducia e apertura. E’ diffuso un desiderio di comunità più viva, aperta, capace di accogliere e di annunciare il Vangelo in un mondo che cambia chiede alle nostre comunità di rendere più aperto, fraterno ed evangelico il suo operare. I momenti di con- fronto possono diventare una nuova modalità di vivere la prossimità. Il cammino sinodale ci invita ad alimentare sempre più un sincero dialogo, facilitando un atteggiamento empatico e di umiltà, uno spirito di comunione e di fratellanza, nella corresponsabilità del popolo di Dio chiamato a vivere il Vangelo e a seguire le orme del suo maestro.
Iniziative pastorali possibili
- L’organizzazione della formazione dei bambini e dei ragazzi, tramite iniziative che coinvolgono le famiglie, può essere l’occasione di una integrazione tra generazioni e di invito ad una partecipazione vivace e corresponsabile alla vita comunitaria. È consigliabile valorizzare i percorsi elaborati secondo questi criteri e promossi dagli uffici pastorali.
II CHIESA LUOGO DI PREGHIERA E ANNUNCIO
Accoglienza e ascolto devono accompagnarsi ad un annuncio franco e pieno della parola di Dio, rimanendo coerenti alla propria identità di fede e agli insegnamenti di Cristo. L’umiltà, la disponibilità, la vigilanza, la prontezza all’ascolto di chi incontriamo, la cura delle relazioni in spirito di rispetto, si uniscono al coraggio della testimonianza, soprattutto quando siamo chiamati nel quotidiano a rendere ragione della nostra fede.
- Centralità della liturgia e della Celebrazione Eucaristica
Centralità della liturgia e della preghiera. Il lavoro sinodale ha affermato con forza, come valore indiscusso e condiviso, la preziosità della Celebrazione eucaristica come momento fondante e sorgivo della comunità riunita che celebra la fede e la vita. Ha anche espresso dolore e rincrescimento per l’assenza di tanti fratelli e sorelle battezzati che non riescono a percepire l’essenzialità e la bellezza di una esperienza di forte dimensione comunitaria e personale.
È apparsa evidente l’esigenza di rendere la celebrazione luogo di accoglienza dove superare divisioni e sensi di diversità attraverso una creatività attenta e rispettosa del valore essenziale della celebrazione.
È stato evidenziato come sia necessario curare la celebrazione della Messa e, da parte dei presbiteri, una presidenza attenta, curata, accogliente.
Iniziative pastorali possibili
- Valorizzare la preghiera dei fedeli della celebrazione eucaristica per adattare le intenzioni in base alle esigenze e gli eventi specifici della comunità parrocchiale e coinvolgere le varie realtà, soprattutto i bambini e i ragazzi che percorrono il cammino di iniziazione cristiana.
- Privilegiare una liturgia snella ed essenziale, ma profonda e curata.
2. Preghiera, spiritualità e missione
Preghiera personale e comunitaria. Al cuore della vita della comunità deve esservi il rapporto personale con Dio, che si esprime, principalmente, tramite i sacramenti, la preghiera e l’ascolto della Parola. Per favorire l’annuncio è necessario conoscere la Parola, ma anche coltivare la dimensione della preghiera personale e comunitaria valorizzando le forme tradizionali e della devozione popolare. Il sentire comune è che solo a partire da una preghiera più vera e spontanea, e quindi gioiosa, si possa costituire una comunità in cui la fede di ognuno sia rafforzata da quella degli altri e prevalga la logica dell’attrazione, in opposizione a quella del proselitismo e dell’esclusione.
Iniziative pastorali possibili
- Formare i bambini alla preghiera personale durante il catechismo; inserire mo- menti di preghiera nelle situazioni quotidiane o nei luoghi di lavoro; organizzare momenti di evangelizzazione di strada.
- Considerare l’opportunità di dare vita ad iniziative diocesane di preghiera protratte nel tempo che promuovano l’adesione comunitaria (ad esempio una qualche forma di adorazione del SS. Sacramento in un luogo centrale della diocesi, oppure proposte a cura della Scuola diocesana di preghiera).
- Creare momenti di animazione all’interno della liturgia (es. la preghiera dei fedeli fatta dai vari gruppi parrocchiali) e coinvolgenti.
- Coinvolgere corresponsabilmente i laici nella preparazione della lectio divina.
Preghiera familiare. viene sottolineata l’importanza della preghiera in famiglia, “chiesa domestica” che si apre, nello stile di prossimità, alle famiglie del vicinato. Famiglie in grado di creare con il tempo abitudini condivise e di favorire una comunità inclusiva che sappia accogliere con stile fraterno le persone che si avvicinano. Il clima informale e conviviale potrà facilitare la partecipazione e la creazione di relazione e di legami, rafforzare la fede e alimentare il senso di comunità sempre alimentato da una spiritualità autentica e formata.
Iniziative pastorali possibili
- Organizzare il Rosario nelle famiglie o momenti di meditazione del Vangelo nelle case di famiglie disponibili, supportando queste attività con un’adeguata formazione e con una necessaria organizzazione e pubblicità.
Spiritualità quotidiana. La dimensione spirituale è il nucleo della vita comunitaria e in- vita ogni fedele a riconoscere la sua centralità anche nella vita individuale perché le attività pratiche della quotidianità non prendano il sopravvento, lasciando in secondo piano la dimensione missionaria della propria fede e l’accoglienza del prossimo.
L’unione spirituale genera conoscenza reciproca e prossimità, pregare insieme, perciò, aiuta a sentirsi parte di una stessa comunità. Il metodo sinodale rappresenta per la Chiesa un dono ed ha promosso una forma di genuina corresponsabilità spirituale.
La preghiera è stata unanimemente riconosciuta come il fulcro e il motore dell’attività parrocchiale, la dimensione a partire dalla quale è possibile ad un annuncio gioioso del Vangelo, capace di testimoniare con maggiore efficacia l’importanza del nostro operare per il bene della Chiesa.
Iniziative pastorali possibili
- Gruppi di condivisione, approfondimento e preghiera ispirati al metodo sinodale.
- Creare una sensibilità per la celebrazione delle situazioni quotidiane della vita, anche negli ambienti di famiglia o del lavoro, cioè al di fuori degli spazi propria- mente liturgici, attraverso forme semplici e coinvolgenti per sottolineare i momenti di gioia o di dolore.
- Cercare giuste modalità per condividere esperienze di ringraziamento o di richiesta di aiuto, nel vicinato aprendosi alle famiglie, sul posto di lavoro, in ogni spazio che abitiamo.
Missionarietà. Viene proposto uno stile quotidiano di missione come esercizio semplice e coerente di comportamenti ispirati al Vangelo: piccoli gesti di cura, attenzione e accoglienza che sono da considerare annunci concreti della Parola.
3. Centralità della parola di Dio e formazione nella fede
Esperienze di Lectio divina e ritiri. La parola di Dio è uno dei pilastri della comunità cristiana. Per questo si rende necessario che la Parola venga condivisa e approfondita. Pertanto, si propongono percorsi di lectio divina e ritiri che combinino l’approfondimento della Parola con momenti di condivisione perché la Parola possa stimolare esperienze di fede concrete e favorire la partecipazione attiva di ragazzi e genitori agli itinerari di iniziazione cristiana.
Iniziative pastorali possibili
- Promuovere esperienze che aiutino ad alimentare una spiritualità autentica e profonda, rivolte sia ai giovani che agli adulti, come ritiri e campi-scuola nei quali si approfondisce la parola di Dio e si facilita la condivisione.
- Organizzare momenti di preghiera a livello diocesano che prevedano testimo- nianze e in cui sia possibile condividere la propria fede.
- Promuovere percorsi di approfondimento della Parola, dedicati ad ogni fascia di età, sia utilizzando le forme più tradizionali come i ritiri spirituali e i pellegri- naggi, ma anche modalità più innovative e creative come iniziative di promozione culturale e artistica.
Formazione e catechesi. È sentita con forza la necessità di offrire occasioni formative e catechetiche, che aiutino persone e comunità a comprendere le Scritture, la liturgia e altre tematiche spirituali. L’obiettivo è di dare sostegno alla crescita spirituale grazie a iniziative condivise che semplifichino l’approccio alla Parola, rendendo la formazione più accessibile e concreta. Si avverte, in particolare, la necessità di predisporre cammini di catechesi per le famiglie, che aiutino a prendere una consapevolezza maggiore sulla fondamentale importanza dei sacramenti nella vita cristiana.
Iniziative pastorali possibili
- Proporre percorsi di iniziazione cristiana in cui genitori e bambini partecipano insieme (catechismo con e per i genitori).
- Consolidare l’accompagnamento spirituale delle persone che si avvicinano alla parrocchia, favorendo la relazione anche con momenti di convivialità.Formare coloro che guidano le varie attività di preghiera e meditazione del Vangelo, in modo tale che la proposta sia semplice, accessibile e allo stesso tempo spiritualmente profonda;
- Predisposizione di opuscoli con suggerimenti per guidare la preghiera.
- Incontri interparrocchiali per condividere le “buona pratiche” e sentirsi Chiesa che cammina insieme, creando occasioni di incontro e confronto tra gli operatori pastorali.
III CHIESA LUOGO DI FORMAZIONE SPIRITUALE E INCONTRO
- Tra catechesi e oratori
La nostra comunità diocesana avverte il bisogno di ritornare a riflettere sulle fondamenta della catechesi e della formazione spirituale. Quest’ultima, in particolare, viene ritenuta bisognosa di un profondo rinnovamento per non essere ancora presentata come un cammino di “scuola severa”, cioè come un esigente percorso di formazione esclusivamente scientifico-intellettuale, ma trasmessa anche tramite la mediazione dell’esperienza di fede vissuta. Questo passaggio viene richiesto perché non sia trascurata la valenza pastorale della formazione delle persone e degli operatori pastorali.
È condivisa la necessità di avvalersi di nuove modalità per la trasmissione della fede e di pratiche a supporto del catechismo (sia quello tenuto nella forma tradizionale sia quello che segue i percorsi proposti dagli uffici diocesani) che abbiano come obiettivo il coinvolgimento delle famiglie nella formazione dedicata ai bambini e ragazzi.
Viene sottolineata da molte parti l’importanza di una catechesi rivolta alla fascia degli adulti, che siano i genitori dei ragazzi del catechismo, o le giovani coppie che si avvicinano al percorso prematrimoniale o quanti, per i più svariati motivi, si avvicinano alla comunità parrocchiale. Questo favorirà l’edificazione di una Chiesa che sia sempre più “casa”, luogo accogliente, vivo e concreto, in cui investire su relazioni umane e legami. Scopo finale dovrebbe essere quello di far riscoprire l’importanza e la rilevanza di Gesù e del messaggio evangelico per la vita personale ma anche per la società civile.
Quanto sopra descritto è emerso dalla acquisita consapevolezza dei limiti che oggi le comunità parrocchiali stanno vivendo proprio nell’essere comunità vive. Si constata, come esperienza condivisa, che, nonostante gli sforzi, nelle nostre realtà locali si avverte una profonda difficoltà di comunicazione e informazione.
A questo riguardo viene ribadita la necessità di porre un’attenzione particolare nella for- mazione di quanti si prendono cura del servizio di catechesi, specialmente quella dedicata ai bambini e ragazzi, perché i formatori ricevano una idonea preparazione e siano seguiti durante il percorso annuale.
Iniziative pastorali possibili
- Catechesi: si propone un rinnovamento della catechesi dei ragazzi che coin- volga nel percorso formativo le famiglie, come, ad esempio, l’esperienza del cate- chismo a quattro tempi. Nell’adottare una catechesi per tutta la famiglia, che coin- volge adulti e bambini, si sottolinea la cura di utilizzare linguaggi adatti alle diverse fasce di età.
- Oratori: gli oratori svolgono un ruolo fondamentale, non solo per i bambini e gio- vani, ma anche per gli adulti. Viene proposto di creare percorsi di tipo oratoriale per gli adulti, dove vi siano attività di coinvolgimento, gruppi di comunicazione e ascolto.
- Nuovi percorsi: si individuano attività comuni come i campi-scuola, in cui vi è un coinvolgimento più profondo, e i gemellaggi tra le comunità delle parrocchie della diocesi, eventi di preghiera e raccoglimento, adorazione e ascolto della Parola.
2. La famiglia e il suo cammino spirituale
La riflessione generale si concentra anche, e soprattutto, sul valore della famiglia, e sull’importanza che questa riveste nella crescita di fede dei bambini e dei ragazzi e nella crescita delle nostre comunità. Per questo, la catechesi che anima le nostre parrocchie non può essere pensata solo per i bambini ma anche per i genitori, per i quali si avverte la necessità di creare specifici percorsi, con linguaggi propri e possibilità di confronto. Viene riconosciuto che è importante accompagnare gli adulti nei momenti successivi alla catechesi, che i figli hanno seguito per completare il percorso della iniziazione cristiana, per evitare che, a causa di mancanza di proposte adeguate, si perdano anche quelli che si sono avvicinati durante il percorso catechistico.
Viene sottolineata la priorità pastorale che rappresenta la famiglia, culla della formazione cristiana che, come tale, può insegnare a vivere la fede in pienezza nella quotidianità.
Si ritiene fondamentale avviare percorsi di coinvolgimento e di aggregazione delle famiglie.
Iniziative pastorali possibili
- Si pensa alla necessità di un coinvolgimento attivo dei genitori, e adulti in generale, partendo da cene comunitarie, momenti di accoglienza, occasioni per conoscersi, parlare e ascoltarsi, dando grande spazio alla relazione.
- Si invita a considerare l’importanza di creare gruppi di ascolto e di confronto, percorsi di crescita spirituale e umana, ma anche percorsi dedicati ai genitori da affiancare alla catechesi dei figli.
3. Comunicare lo Spirito: nuovi linguaggi
Dalla riflessione che è stata fatta durante il Cammino sinodale sulle tipologie di linguaggio in uso nelle nostre parrocchie quando si affronta la tematica della trasmissione della fede, soprattutto nelle occasioni di incontro sulla Parola, è emerso con decisione la necessità di adottare un linguaggio più accessibile, più vicino alla realtà esperienziale, calato nelle situazioni concrete della vita di ogni giorno.
Nel linguaggio liturgico, poi, si manifesta forse più che in altri ambiti, la difficoltà di co- municazione perché, nella sua specificità e, talvolta, nella rigidità espressiva, questo linguaggio così specifico risulta incomprensibile a molti giovani, ma anche agli adulti. Ciò limita fortemente l’avvicinamento alle celebrazioni liturgiche oppure rende difficile il mettersi in ascolto positivamente.
È importante che il linguaggio cresca qualitativamente, senza dover eccedere nell’uso di metodi alternativi, come i social, il cui utilizzo può essere limitante quando vengono impiegati come forme alternative all’approccio diretto alla Parola attraverso cammini spirituali personali. È, infatti, nella relazione che si sperimenta il valore imprescindibile della testimonianza personale per la sua autenticità e credibilità.
Iniziative pastorali possibili
- Si ritiene importante attualizzare il linguaggio con il quale si testimonia la vita di fede e la Parola di Dio, puntando alla qualità delle nostre testimonianze e dei nostri incontri.
- Si propongono anche modalità diverse di trasmettere la fede come, per esempio, l’utilizzo di percorsi basati sulla storia dell’arte per cercare modi nuovi di comuni- care e non limitarsi sempre agli stessi schemi, ricordando, tuttavia, che il conte- nuto delle nostre testimonianze è sempre più importante della forma.
Dato a Pescia il 15 agosto 2025, Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria
+ Fausto Tardelli, vescovo