
Al fresco delle colline di Pescia, nelle Pizzorne, l’azione cattolica adulti si è ritrovata il 28 giugno per il primo di tre incontri estivi dedicato alle virtù teologali, fede speranza, carità. Perché un ciclo di incontri su questo tema? Perché, come ci ha ricordato don Lorenzo, si è dato spazio a tantissime cose, ma abbiamo lasciato da parte quelle che sono le verità di fede. “quando noi incontriamo qualcuno che ci chiede ragione della speranza che è in noi, pensiamo subito come risposta ad un brano della scrittura, ma difficilmente riusciamo a fare riflessioni un po’ teologiche.” Ecco perché un ciclo di incontri per riprendere “l’ossatura” della nostra fede. Don Lorenzo all’inizio ha evidenziato come la fede sia un atto complesso che coinvolge ragione, volontà e affettività, e si manifesta come fiducia in Dio, obbedienza, riconoscimento delle sue opere e comunione con Lui. È un dono gratuito di Dio, che richiede la sua iniziativa per essere accolta. La fede cristiana si distingue dalle virtù umane (prudenza, giustizia, fortezza, temperanza), che già avevano trovato spazio nella cultura “pagana2, perché si basa sulla rivelazione soprannaturale e ha Dio come oggetto.
La fede è sia un rapporto personale di fiducia (credere in Dio) sia un’adesione ai contenuti della rivelazione (credere che). Il centro della fede è Gesù Cristo, la sua morte e risurrezione, che rappresentano l’intervento salvifico di Dio per l’umanità. La fede cristiana non è un’adesione a idee astratte, ma il riconoscimento di fatti storici attraverso i quali Dio si è rivelato come salvatore. Don Lorenzo ha sottolineato come la fede cristiana comprende due elementi essenziali: il rapporto personale di fiducia con Dio e l’adesione ai contenuti della rivelazione. Questi due aspetti sono complementari e inseparabili. La fede è un atto ragionevole e libero, ma è anche un dono di Dio che muove il cuore dell’uomo e lo rivolge a sé. Essa richiede apertura, ricerca e un atteggiamento di amore e dono di sé. La fede si nutre attraverso la preghiera, la lettura della Bibbia e la partecipazione alla vita comunitaria. In questa prima parte, si è poi lasciato spazio al deserto personale e alla condivisione. Dopo la pausa pranzo, don Lorenzo ha ricordato come su un tema come la fede non ci si può ridurre ad un solo incontro, talmente ampio è il tema, ma invece va ripreso in questo periodo estivo come motivo di riflessione. Si è poi affrontato il tema della fede passando in rassegna alcune opere d’arte, per sottolineare come nella storia umana si sia rappresentata in modo diverso. Innanzitutto don Lorenzo ha ricordato il significato di virtù. Sappiamo che la virtù è una costante disposizione dell’anima a fare il bene. La virtù è infatti una forza, un’energia, una disposizione che porta ad agire in un determinato modo. La disposizione può essere passeggera oppure costante, ma per essere una virtù deve essere costante”. Presentando un’opera di Giotto, e altre di autori e periodi diversi, don Lorenzo ha mostrato come all’inizio la fede è rappresentata come una donna che abbraccia la croce e il calice, ma soprattutto che ti guarda dritto negli occhi. Con il passare degli anni, poi, questa donna comincia a guardare verso il calice, sul quale comincia ad essere rappresentata l’ostia, per rappresentare la centralità del corpo e sangue di Cristo. Nei secoli il volto della Fede si volge verso il cielo, mantenendo la centralità del simbolismo della croce, del calice, dell’ostia. Questa parte è servita a ricordarci l’importanza di riconoscere un simbolismo che i nostri antenati avevano, e che noi abbiamo perso. Il prossimo incontro, sul tema della speranza, il 12 luglio, con ritrovo davanti alla chiesa di Castellare alle ore 9 per salire insieme.
Maurizio Seghieri