Giubileo delle Famiglie: Tardelli «Il paradiso è una grande famiglia, la famiglia di Dio»

L’ultimo giorno di maggio si chiude il tradizionale mese di preghiera e devozione a Maria: quest’anno ha coinciso con il fine settimana dedicato al Giubileo delle famiglie. L’Ufficio di Pastorale Familiare della diocesi di Pescia e quello della diocesi di Pistoia hanno organizzato dei momenti di preghiera e di riflessione. Alle ore 21 di sabato 31 maggio, davanti al Santuario della Fontenova a Monsummano Terme, è stato recitato il rosario, arricchito dalle testimonianze sulla vita della Serva di Dio Daniela Benedetti e dalle meditazioni preparate da alcune famiglie della diocesi; contemporaneamente, presso il Santuario di Valdibrana a Pistoia, c’è stato un monologo di Silvia Budri intitolato «Nel grembo di una donna», scritto da Francesca Giordano, e a seguire la recita del rosario, guidato dalle famiglie.

Nelle riflessioni lette alla Fontenova, collegate ai misteri della gioia, sono tanti gli spunti da sottolineare, prima di tutto  che ogni famiglia che si professa cristiana dovrebbe vivere nella gioia. «L’allegria non è incosciente stato di buonumore ma la capacità di vivere con serenità sia i momenti belli che quelli bui della vita. Com’è possibile? Grazie alla certezza che Dio veglia sulla nostra casa, che la sua ombra è su di noi», ha testimoniato una coppia. Un’altra riflessione: «L’esempio di Maria (e di Daniela) ci insegna che la vera gioia non dipende dalle circostanze esterne, ma dalla certezza di essere amati e ascoltati da Dio, dal saper leggere nella propria vita una traccia di speranza che viene dall’alto e supera ogni nostra paura, ogni nostra diffidenza». Un’altra famiglia ha scritto: «Il mistero della nascita di Gesù ci invita a riscoprire la presenza di Gesù nei luoghi più umili e quotidiani: nelle nostre case, nei nostri silenzi, nei piccoli gesti di amore e fedeltà. Gesù vuole nascere anche lì, se trova cuori disposti ad accoglierlo come Maria, come Giuseppe, come Daniela». Sul significato dell’offrire la propria vita al Signore è stato sottolineato: «L’atto di offerta della nostra vita è prendere quello che siamo, quello che abbiamo, darlo a Lui e sapere che in questo gesto di offerta tutto assume un significato, tutto viene riempito di redenzione. Se invece di offrire ci teniamo i problemi e la sofferenza, se li portiamo soltanto sulle nostre spalle, non possiamo far altro che sentire angoscia, sentirci tristi e schiacciati dalle circostanze». La figura di Daniela Benedetti ha dato una nuova luce a tutti i misteri gaudiosi, perché nella sua vita ha voluto «abbracciare ogni giorno la vita di Cristo, mettersi dietro a Lui per emanare luce, forza, bontà, calma, serenità e affetto senza dire niente, meditando ogni cosa nel proprio cuore, per diventare presenza che sa accompagnare».

Nel programma del Giubileo delle famiglie, sempre alla Fontenova, domenica primo giugno alle ore 19 il vescovo Fausto Tardelli ha presieduto la celebrazione della S. Messa, nella solennità dell’Ascensione del Signore. Nella sua omelia ha sottolineato il significato di questa festa: «Gesù apre le porte del Cielo, le stesse porte che si erano chiuse a causa del peccato di Adamo ed Eva: Cristo ascende al Cielo portando la nostra umanità e la nostra corporeità. L’Ascensione ci ricorda che tutti siamo destinati a entrare nella gloria del Cielo anche attraverso la resurrezione dei nostri corpi». Il Vescovo ha poi sottolineato come il Giubileo delle famiglie si inserisca bene in questa solennità: «Il Signore Gesù apre le porte del Cielo perché tutta l’umanità possa entrare: il paradiso non è che una grande famiglia, la famiglia di Dio. Quella che noi viviamo sulla terra è una profezia, un’anticipazione del Regno di Dio, la grande famiglia dei santi e degli angeli, alla quale le nostre famiglie sono indirizzate e della quale sono un segno nel tempo, nel mondo, lungo la storia». Successivamente il vescovo ha voluto leggere ai presenti parte dell’omelia che il Papa Leone XIV ha offerto in questo stesso giorno alle famiglie che si sono recate a Roma in pellegrinaggio: «Tutti noi viviamo grazie a una relazione, cioè a un legame libero e liberante di umanità e cura vicendevole. A volte questa umanità viene tradita, per esempio ogni volta che si invoca la libertà non per donare una vita, bensì per toglierla, non per soccorrere, ma per offendere. La Chiesa ci dice che il mondo di oggi ha bisogno dell’alleanza coniugale per conoscere e accogliere l’amore di Dio e superare, con la sua forza che unifica e riconcilia, le forze che disgregano le nazioni e le società».

La comunità della Fontenova ha voluto offrire un momento di convivialità fraterna a tutti i fedeli che hanno partecipato alla celebrazione: nel cortile della parrocchia era stato allestito un “apericena”, in modo da favorire la partecipazione alla successiva veglia di preghiera in occasione della «Notte dei Santuari». Questo momento di preghiera, dal titolo «Irradiare l’amore del cuore di Cristo», è stato pensato proprio in riferimento alla quarta ed ultima enciclica di papa Francesco Dilexit nos: aiutati da brani della Scrittura, canti ed estratti dell’enciclica, i fedeli hanno adorato il SS. Sacramento e pregato, con una particolare intenzione per la pace.

Lisa Masini Sbolci

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