
L’11 luglio la Chiesa celebra la festività liturgica di san Benedetto abate, fondatore dell’Ordine benedettino e patrono d’Europa.
I festeggiamenti in onore di questo grande santo si sono tenuti anche nel Monastero delle Benedettine di S. Maria a Ripa di Montecatini Alto. Infatti, venerdì pomeriggio 11 luglio, nel tardo pomeriggio, il Vescovo Fausto Tardelli ha presieduto la Celebrazione Eucaristica solenne nella chiesa del monastero allestita a festa.
Quest’anno la festività liturgica di san Benedetto abate ha coinciso con il sessantesimo anniversario di professione religiosa della madre priora Sofia Pacini, dal 1974 presente in questo monastero per il quale ha costantemente profuso una dedizione esemplare. Se oggi l’antico cenobio mantiene il suo splendore si deve soprattutto alla salvaguardia e alla promozione di questa monaca, diventata per molti anche un sicuro luminoso punto di riferimento.
Con il Vescovo hanno concelebrato i sacerdoti monsignor Alberto Tampellini, vicario generale, monsignor Gianni Di Peppo e don Gianluca Diolaiuti.
La Messa è stata un’ occasione favorevole per pregare e per onorare san Benedetto abate ai numerosi partecipanti e agli amici delle monache benedettine.
Nell’omelia il Vescovo ha esordito con queste parole: «La testimonianza di Benedetto è una testimonianza molto importante anche per noi oggi quantunque sia un uomo vissuto tanti secoli fa. Però è vissuto in un’epoca di grandi cambiamenti. Direi di cambiamento d’epoca, un periodo di grandi crisi; di grandi difficoltà; di grandi turbamenti. Proprio per questo direi che forse anche ha molto da dirci. Oltretutto è stato un iniziatore nel mondo occidentale almeno di un’esperienza di vita contemplativa e al tempo stesso anche attiva che ha segnato profondamente l’Europa il mondo allora conosciuto. I monasteri allora nati da Benedetto e dall’esperienza di san Benedetto sono tanti e diffusi in tutto il territorio europeo e oltre. Anche qui, appunto, abbiamo un monastero che deriva dalla testimonianza di san Benedetto. Dunque un santo cui ancora oggi rivolgerci per trovare illuminazione per la nostra vita».
Il presule pesciatino nel trarre spunto da alcuni versi dalla lettera di san Paolo ai Colessesi ha richiamato a riflettere su alcune parole dello stesso san Paolo: “E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre” (Col 3,17). E ha aggiunto: «Tutto quello che facciamo in parole ed opere tutto deve trovare sintesi nella lode di Dio, nella gratitudine verso il suo amore e nell’impegno a rispondere al suo amore nel servizio nei fratelli, nel servizio generoso dei fratelli e delle sorelle. In fondo ero quello che insegnava San Benedetto nella formula bellissima, tradizionale e famosa “ora et labora”, prega e lavora, tutta la vita sia lode di Dio sia il momento della preghiera, sia il momento del lavoro qualunque esso sia. Il lavoro onesto, il lavoro secondo giustizia, dando lode al Signore qualunque cosa noi facciamo. Tutto sia fatto nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di Lui grazie a Dio Padre».
Nel concludere l’omelia il Vescovo ha posto l’accento sulla parte finale del Vangelo del giorno (Mt 19, 27-29): «”Gesù disse loro: In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna”. Anche qui la testimonianza di san Benedetto che ha lasciato la sua famiglia, il mondo nel quale era inserito per isolarsi e per uscire dal mondo ma per essere dentro il mondo in un altro modo, è una testimonianza che ci illumina in questi tempi appunto perchè non attacchiamo il nostro cuore le cose di quaggiù e seguiamo il Signore cercando di stare attaccati solamente a Lui».
I canti del coro “Cum Giubilo” di Pescia hanno arricchito la Celebrazione Eucaristica e il ministrante diocesano Valeriano Ciampi ha garantito il servizio liturgico.
Prima dei riti conclusivi il Vescovo e il vicario generale hanno rivolto alla madre priora Sofia Pacini gli auguri sinceri per questo suo traguardo religioso. La festeggiata ha poi salutato i partecipanti nel chiostro della foresteria.
Carlo Pellegrini