
Ormai da qualche anno a Pescia un appuntamento importante nel periodo natalizio è quello del “Presepe vivente”.
Questa iniziativa resa possibile dall’Associazione culturale “L’Officina delle Arti” ha raccolto l’attenzione e l’interesse non solo dei cittadini della città ma anche di quelli della Valdinievole.
Questo incremento di interesse attesta il valore dell’iniziativa. A dimostrazione di ciò sabato 14 dicembre il Presepe vivente di Pescia parteciperà al “Presepe vivente d’Italia” in svolgimento a Roma.
In questa occasione ne abbiamo parlato con Nicola Gentili, presidente dell’ Associazione culturale “L’Officina delle Arti”.
Ai nostri giorni dove si combattono guerre in vari paesi del mondo. Presidente Gentili ritiene importante proporre il presepe vivente?
«Sì, perché il presepe vivente ci permette di vivere all’interno la ricorrenza della nascita, che ogni anno è anche una “rinascita”, ma anche perché ci permette di percorrere, in particolare nel parco fluviale dove lo abbiamo ambientato, questa storia fin dai suoi inizi con la calma e serenità che dovrebbe guidare i nostri passi nella vita di tutti i giorni e dovrebbe guidare in particolare chi ci governa nelle scelte, che invece della guerra devono portare alla pace».
Per quali ragioni e in quale contesto è nato il vostro presepe vivente?
«Il nostro presepe vivente nasce nel 2006 in una piccola piazza del centro storico di Pescia, piazza del grano, perché volevamo che la città di Pescia, in quel momento un po’ troppo buia e forse un po’ troppo laica e poco spirituale , ricordasse il natale nelle sue vere origini. Siamo partiti da questa piazza e visto il successo, ogni anno ci siamo riproposti, allargandoci non solo nelle scene rappresentate, ma anche negli spazi occupati, fino a trasferirci nello
spettacolare parco fluviale del lungo fiume di Pescia, dove il presepe ha avuto la sua naturale realizzazione francescana, forse ambientata così come il santo avrebbe voluto».

Può fornirci una illustrazione sommaria?
«Come dicevo precedentemente, il presepe si ambienta nel tredicesimo secolo, quando Francesco a Greccio decise di realizzare la prima rappresentazione vivente che la storia conosca e quale migliore collocazione di un parco naturale che contiene la natura che Francesco ha privilegiato durante la sua importante storia? Negli anni i temi sono stati di varia natura, dall’importanza della famiglia, al ruolo della donna, la pace, che abbiamo riproposto più volte, il cammino, inteso come cammino lento e fisico ma anche spirituale che ciascuno di noi deve fare e che quest’anno ci ha portato poi al titolo, che è dedicato al tema dell’anno giubilare di Papa Francesco “Pellegrini di Speranza”. Titolo che mette insieme un po’ il concetto di cammino spirituale orientato ad una visione positiva delle vicende che speriamo possano accadere nel prossimo futuro».
Quanto tempo richiedono i preparativi?
«Terminata ogni edizione, ci riserviamo un mese circa per riposarci, perché in realtà i preparativi partono da molto lontano. Prima delle ferie d’agosto, abbiamo impostato il progetto, che condividiamo con un’Associazione Nazionale alla quale partecipiamo da circa sette anni, Terre di Presepi e a un’altra Associazione Nazionale, Città dei Presepi, della quale siamo soci costituenti e che ci ha guidato e sorretto in una programmazione che parte da lontano, non solo per i tempi e per le realizzazioni, che ogni anno cerchiamo di strutturare, ma anche nelle modalità di promuovere questa idea e questo progetto al di fuori dei ristretti confini cittadini, per arrivare prima ad una visione regionale e oggi nazionale, grazie alla nostra presenza da protagonisti in Vaticano sabato 14 dicembre 2024».
Come avvengono le scelte dei personaggi, dei costumi e delle ambientazioni?
«La nostra associazione è strutturata in vari settori: c’è una parte dedicata alla regia, che cura le scalette dei fatti che devono succedersi , perché il nostro è un presepe animato ed in parte recitato, che si basa molto su musiche e sui movimenti lungo il percorso fluviale . C’è una parte importante dedicata alle scenografie, infatti, per allestire un chilometro e mezzo di fiume, abbiamo bisogno di giorni e giorni di lavoro. C’è un reparto dedicato ai costumi, che
ad oggi possiamo annoverare a ben oltre 150 pezzi originali , che sono stati quasi tutti progettati e creati all’interno della nostra associazione da persone specializzate. Per quanto riguarda la scelta dei personaggi, ogni anno selezioniamo una famiglia che abbia avuto un bambino appena nato, mentre San Francesco, in genere, è rappresentato da un personaggio che a nostro parere lo incarna perfettamente e tutti i personaggi principali,
spesso si ripetono nel ruolo con piacere anno dopo anno».
A suo avviso, quale richiamo particolare suscita nei visitatori?

«Credo colpisca l’ambientazione originale, per nostra conoscenza, infatti, crediamo di essere uno dei pochi, se non l’unico presepe vivente, che si svolge lungo fiume per oltre un chilometro, ma comunque all’interno di un centro storico medievale, come la splendida città di Pescia. L’originalità viene anche dal fatto che riusciamo ad irradiare tutta quanta l’area con brani musicali che riteniamo suggestivi e che accompagnano i vari eventi che si
succedono e accompagnano il lento camminare che il visitatore riesce a realizzare, facendolo abbandonare per qualche ora lo stress provocato dal ritmo frenetico che la vita impone ogni giorno».
Sabato 14 dicembre parteciperete al “Presepe vivente d’Italia” a Roma. Con quali attese e con quali aspettative?
«Questo è il terzo anno, che grazie all’ Associazione Nazionale Terre di Presepi e Città dei Presepi, riusciamo a farci ricevere dal Santo Padre e a realizzare a Roma, in Vaticano, quello che viene definito “Il Presepe vivente più grande d’Italia”, perché insieme a noi ci accompagnano tantissimi presepi provenienti da ogni regione. Abbiamo molte aspettative, perché l’emozione di rappresentare nella capitale religiosa, anche se una piccola parte del nostro presepe, che quest’anno tra l’altro ci vedrà protagonisti della capannella, è un’emozione e anche un riconoscimento di queste diciassette edizioni. Avere l’onore del nostro Vescovo Fausto Tardelli, accompagnato dal segretario
personale don Valerio Mugnaini , con autorità civili e religiose, oltre che una gran parte della comunità di Pescia, ci permette di gioire insieme in questo momento, che serve a valorizzare la nostra splendida città, non solo per il suo presepe vivente ma anche per le altre eccellenze che può portare, ovvero il Vecchio Mercato dei Fiori, la Ditta Nuova
Guastapaglia, la Ditta Giorgio Tesi Group ed i fiori di Pescia del Mefit, quindi i vivaisti della città. Tutto questo crea un mix di condivisione, d’amore e di gioia che è indispensabile vivere in un momento così difficile della nostra storia».
di Carlo Pellegrini
