Festa di San Jacopo

Oggi, 25 luglio, la Chiesa celebra la festività liturgica di san Jacopo.

Giacomo, il maggiore, è una figura predominante nella Chiesa di Gerusalemme. Lascia una testimonianza significativa in merito all’esperienza con Gesù e alla sua espressione concreta di apostolo ed evangelizzatore. Sono molte le chiese nel mondo intitolate a san Giacomo il maggiore. Tra queste figura anche la secolare Chiesa Parrocchiale di Altopascio. Inoltre, questo santo è anche il patrono della diocesi di Pistoia.


Ai nostri lettori proponiamo una interessante intervista su questo apostolo gentilmente rilasciataci dal nostro Vescovo Fausto Tardelli.
Eccellenza, può chiarirci questa distinzione tra San Giacomo il maggiore e il minore?
«E’ semplice: Giacomo il maggiore che veneriamo in particolare a Santiago e a Pistoia è il fratello dell’apostolo Giovanni, sempre in compagnia di Gesù e primo apostolo a cadere sotto i colpi della persecuzione, si pensa nell’anno 42. Giacomo detto il minore invece è figlio di Alfeo, primo vescovo di Gerusalemme e tradizionalmente indicato come autore della lettera che porta il suo nome».
Quale notizie biografiche ricaviamo dai sacri testi su San Giacomo maggiore?
«Dal sito “Santi e beati”: Giovanni e Giacomo, pescatori, furono chiamati da Gesù ad essere ” pescatori di uomini”. Nasce poi il collegio apostolico: «(Gesù) ne costituì Dodici che stessero con lui: (…) Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo di Zebedeo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanerghes, cioè figli del tuono» (Marco cap. 3). Con Pietro saranno testimoni della Trasfigurazione, della risurrezione della figlia di Giairo e della notte al Getsemani. Conosciamo anche la loro madre Salome, tra le cui virtù non sovrabbonda il tatto. Chiede infatti a Gesù posti speciali nel suo regno per i figli, che si dicono pronti a bere il calice che egli berrà. Così, ecco l’incidente: «Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono». E Gesù spiega che il Figlio dell’uomo «è venuto non per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti» (Matteo cap. 20). E Giacomo berrà quel calice: è il primo apostolo martire, nella primavera dell’anno 42. «Il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa e fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni» (Atti cap. 12). L’ultima notizia del Nuovo Testamento su Giacomo il Maggiore è appunto questa: il suo martirio».
Perchè insieme a suo fratello Giovanni vengono chiamati da Gesù “figli del tuono”?
«E’ probabile perché pronto e impetuoso di carattere, come il fratello, con lui viene soprannominato da Gesù «Boànerghes» (figli del tuono) (Mc 3,17; Lc 9,52-56)».
Nel gruppo degli Apostoli quale posto occupa San Giacomo?
«Non lo sappiamo. Sappiamo però che è tra i primi chiamati e che Gesù lo vuole spesso con sé in momenti particolari».
A cosa si deve la sua celebrità?
«A Pistoia lo si deve al fatto che San Jacopo fu invocato fin da prima dell’anno mille come difensore della città contro i pericoli esterni contro la libertà e la fede. Nel 1145 poi, il vescovo S.Atto, si fece donare dal vescovo di Santiago una reliquia del corpo dell’apostolo che si venerava in quella città e da allora Pistoia è stata, dopo Santiago, il luogo di culto a San Jacopo più importante di tutta la cristianità, meta di pellegrinaggi. A Pistoia si andava in sostituzione del pellegrinaggio a Santiago oppure prima o dopo quel pellegrinaggio per chiede aiuto o ringraziare per il viaggio.
Sempre dal sito “Santi e beati” e da “Wikipedia”: «Secoli dopo il suo martirio, nascono su di lui tradizioni e leggende. Si dice che avrebbe predicato il Vangelo in Spagna. Quando poi quel Paese cade in mano araba (sec. IX), si afferma che il corpo di san Giacomo (Santiago, in spagnolo) è stato prodigiosamente portato nel nord-ovest spagnolo e seppellito. Il sepolcro contenente le sue spoglie sarebbe stato scoperto nell’anno 830 dall’ anacoreta Pelagio in seguito ad una visione luminosa. Il vescovo, avvisato di tale prodigio, giunse sul posto e scoprì i resti dell’Apostolo. Dopo questo evento miracoloso il luogo venne denominato campus stellae (“campo della stella”) dal quale deriva l’attuale nome di Santiago de Compostela, il capoluogo della Galizia. La tomba divenne meta di grandi pellegrinaggi nel Medioevo, tanto che il luogo prese il nome di Santiago (da Sancti Jacobi, in spagnolo Sant-Yago) e nel 1075 fu iniziata la costruzione della grandiosa basilica a lui dedicata. Il pellegrinaggio a Santiago, lungo preferibilmente il suo “Cammino”, divenne uno dei tre principali pellegrinaggi della Cristianità medievale».
Il cristiano di oggi quale elemento edificante può desume dalla straordinaria figura di San Giacomo?
«San Giacomo resta esemplare innanzitutto come apostolo del Signore e quindi ci richiama alla missione apostolica, all’annuncio del vangelo in ogni tempo e ad ogni generazione. Il suo martirio ci richiama il coraggio che deve caratterizzare la testimonianza cristiana in ogni tempo. L’essere stato e l’essere, il suo corpo, meta di pellegrinaggi che hanno attraversato e attraversano l’Europa porta con sé un messaggio di cammino come conversione, come incontro di popoli e culture, come pratica dell’ospitalità. Non per niente, nel nome di San Jacopo, l’Europa è stata costellata di Hospitali, ospizi e ospedali per l’accoglienza, la cura e il sostegno dei pellegrini e dei bisognosi in genere».

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