
Il messaggio di pace di monsignor vescovo durante la celebrazione della commemorazione dell’ingresso a Gerusalemme invita tutti a contemplare Gesù che percorre la via dolorosa verso il Calvario.
In una giornata più invernale che primaverile, domenica 13 aprile, a Pescia, la Celebrazione Eucaristica nella Domenica delle Palme è stata presieduta dal Vescovo Fausto Tardelli.
In questo giorno ha avuto inizio la settimana santa, nella quale la Chiesa commemora le ultime ore di Gesù sulla terra.
La celebrazione ha proposto due brani del Vangelo di Luca assai significativi: prima della processione è stato proclamato l’ingresso del Signore in Gerusalemme e al termine della Seconda Lettura il brano della passione.
La liturgia della benedizione dei rami di palma e di ulivo si è tenuta nella chiesa di San Giuliano alle ore 10,30. Da lì è poi iniziata la processione del clero, della Compagnia del Santissimo Crocifisso della Maddalena e dei numerosi fedeli, che ha percorso via Giusti raggiungendo la Cattedrale, dove, alle ore 11, è seguita la Messa solenne.
Con il Vescovo Tardelli hanno concelebrato monsignor Alberto Tampellini, vicario generale, e i parroci dell’Unità Pastorale di Pescia, canonico Mario Avella e don Valerio Mugnaini.
Il presule pesciatino nell’omelia ha esordito con queste parole: «In questa settimana santa vogliamo particolarmente seguire il Signore. Cosa vuol dire seguire il Signore? Innanzitutto significa osservare e guardare la vicenda di Gesù. Guardare quello che accade a Gesù. Seguire gli eventi della passione e della crocifissione con la nostra mente, contemplando Gesù che percorre la via dolorosa verso il calvario. La prima cosa che possiamo fare in questa settimana tutti quanti, grandi e piccoli, è posare i nostri occhi su Gesù che è condannato, flagellato, caricato della croce e che sale per le strade strette di Gerusalemme verso il calvario fuori dalla porta, per esservi spogliato, inchiodato e crocifisso. Seguiamo Gesù così. Cerchiamo di averlo davanti agli occhi questo “spettacolo”. Lo spettacolo di Gesù che assume la cattiveria del mondo su di sé e che scarica su di sé tutto il male del mondo e lo porta fino alle supreme conseguenze, fino al dono dell’ultima goccia di sangue del suo corpo. Seguire Gesù, innanzitutto, in questa settimana significa posare gli occhi sulla vicenda di Gesù contemplando il crocifisso; fermiamoci a guardarlo e a contemplarlo e fermiamoci a riflettere su di lui e su quello che ha vissuto per noi».
Ha poi proseguito dicendo: «Il secondo modo per seguire Gesù in questa settimana è cercare di condividere il cuore di Gesù. Gesù subisce quello che subisce fino alla crocifissione per redimere il mondo, per salvare l’umanità, per dare speranza agli uomini e alle donne di tutti i tempi. Egli si sottopone al supplizio perchè tutti noi possiamo essere liberati, perchè il sogno e il desiderio di Dio è che tutti gli uomini siano salvi, incontrino la verità e siano liberi da ogni male. Il secondo modo per seguire Gesù in questa settimana è condividere il desiderio che animava Gesù quando saliva verso il calvario. Anche noi siamo chiamati a desiderare la salvezza del mondo. Anche noi siamo chiamati a condividere l’ansia di redenzione di Cristo. Anche a noi deve stare a cuore che ogni uomo e ogni donna conosca la verità e si lasci abbracciare dall’amore di Dio. Dobbiamo sentire questo anelito, questa spinta che è quella stessa di Gesù che dà la vita per la salvezza del mondo. Noi siamo chiamati per essere partecipi di questo desiderio, di questo sforzo di Dio, di quest’ opera di redenzione. Seguire Gesù significa assumere i suoi sentimenti. Avere affezione al suo cuore. Condividere la sua ansia, il suo desiderio e la sua sete di salvezza per tutti gli uomini».
Nella parte finale dell’omelia il Vescovo ha concluso con questi accenti: «Seguire Gesù significa convertirci, prenderci anche noi sulle spalle la nostra croce insieme a Cristo, gettando via il peccato dalla nostra vita, gettando via ogni cosa cattiva che è entrata dentro la nostra vita e cercando di vivere una vita nuova, assumendo anche noi il sacrificio della croce come sacrificio di liberazione che ci conduce alla novità della resurrezione, alla vita nuova del Risorto. Seguire Gesù significa anche cambiare la nostra vita, trasformarla perchè sia più simile a quella del nostro Salvatore, perchè possiamo sperimentare la gioia della resurrezione di una vita nuova ormai liberata dalla schiavitù del peccato e del male. Siamo tutti peccatori e lo riconosciamo, ma dobbiamo cambiare. Siamo invitati a cambiare. Siamo chiesti a cambiare. Siamo richiesti ad un cambiamento. Seguire Gesù significa riconoscere i nostri peccati e piangerli amaramente per risorgere a vita nuova nel giorno di Pasqua».
La solenne Celebrazione Eucaristica è stata curata dal servizio liturgico dei diaconi Matteo Nincheri e Gino Baronti, dal seminarista Francesco Matteoni, da alcuni ministranti e un da un bel gruppetto di graziosi chierichetti. A contorno della Messa il Coro dell’Unità Pastorale di Pescia ha mirabilmente eseguito canti e musiche.
Carlo Pellegrini