Tardelli agli innamorati: «L’amore di coppia riflette quello di Dio»

«Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione…». Le parole del Cantico dei Cantici sono state le vere protagoniste della celebrazione che si è svolta venerdì 14 febbraio presso il santuario della Madonna della Fontenova a Monsummano, in occasione del Giubileo degli innamorati: l’invito a partecipare era un po’ particolare, perché era rivolto a tutti, sì, ma soprattutto a chi vive il sentimento dell’innamoramento, dal quale si sviluppa ogni forma grande di amore, e quindi coppie appena formate, o già in cammino verso il matrimonio, e coppie sposate. «In questo giorno nel quale, tradizionalmente, festeggiamo tutti gli innamorati – indicava la guida della celebrazione – ci troviamo insieme per metterci in ascolto della Parola di Dio, cioè della Parola dell’Amore. Tutta la Sacra Scrittura è narrazione dell’amore di Dio per l’uomo ma, tra tutti quanti i suoi libri, il Cantico dei Cantici è quello che maggiormente lo celebra nella sua forma di legame tra l’uomo e la donna, tra l’amato e l’amata». Questo libro della Bibbia, spesso poco conosciuto, parla di amore, tenerezza, eros, attrazione, felicità e pienezza di vita, ha detto il vescovo Tardelli, che ha presieduto la celebrazione: «Si tratta della narrazione di un amore umano, ma la rivelazione biblica ci fa capire che questa Parola parla dell’amore di Dio per ciascuno di noi, ci fa gustare la grande tenerezza di Dio nei confronti di ognuno di noi: noi siamo sua creatura, ci ha creato, pensando con dolcezza a noi come figli, ma anche come sue spose e suoi sposi. Dio non ci ama per condiscendenza, per pietà, dall’alto della sua onnipotenza; possiamo dire che Dio è innamorato di ciascuno di noi, e il Cantico ce lo rivela; Dio è disposto a tutto per amarci, e lo vediamo nel segno della Croce. Ha accettato anche di soffrire a causa nostra, perché ci ama follemente, di un amore spesso non corrisposto, un amore appassionato e concreto, sensibile e non astratto. L’amore tra l’uomo e la donna – ha continuato il vescovo – non è che un riflesso dell’amore di Dio per ciascuno di noi, è immagine e segno dell’amore di Dio per l’umanità. Quello che si vive nella coppia è partecipazione all’amore di Dio: ecco perché occorre , nella relazione di coppia, tornare sempre alla sorgente, a Dio, per ricevere l’Amore e la forza di amare».

La lettura dei brani scelti dal Cantico è stata fatta a più voci, alternata a brevi intermezzi musicali: anche i canti scelti per questo momento di preghiera così particolare intervallavano i toni maschili e quelli femminili, per ricreare poi, nei momenti d’insieme, l’armonia della coppia. Nella preghiera d’intercessione è stato chiesto al Signore di poter partecipare al suo eterno amore e di poter testimoniare nel mondo il grande mistero dell’amore nuziale, e di poter essere veramente felici nelle nostre famiglie.

Questo breve momento di preghiera, quasi “rubato” nella frenetica routine della vita quotidiana, si è concluso con la consegna da parte del vescovo di un segno: a ciascuna coppia presente è stato consegnato un cartoncino raffigurante la porta santa della basilica di San Pietro a Roma, con l’invito a vivere pienamente questo anno giubilare, «destinato a promuovere la santità di vita». In questo cartoncino è spiegato il significato del Giubileo e le modalità necessarie per conseguire l’Indulgenza, gli orari di preghiera del santuario della Fontenova che, insieme alla cattedrale di Pescia e alla basilica di S. Maria Assunta a Montecatini, è chiesa giubilare.

Finita la preghiera, tutti si sono recati nei locali dell’Oratorio San Carlo per un brindisi e un piccolo rinfresco preparato con cura dai volontari e dal parroco, don Stefano Salucci.

Lisa Masini Sbolci

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