“La speranza operante”, presentato il Dossier Caritas delle Diocesi di Pistoia e Pescia

Le persone oltre i numeri: presente il Vescovo Tardelli e i direttori delle due Caritas, Brizzi e Suppressa.
Tanti i temi toccati, dai dati in crescita all’affacciarsi del lavoro povero come stato di povertà.

Il dossier Caritas di quest’anno amplia i suoi orizzonti. Sono entrati a sistema i dati raccolti dai 39 centri di ascolto afferenti alle Diocesi di Pistoia e di Pescia, guidata in persona episcopi da monsignor Fausto Tardelli, e le analisi che sono possibili abbracciano tanti aspetti.

“La collaborazione fra le due diocesi è certamente un’esperienza arricchente – sottolinea il Direttore della Caritas Pistoia, Marcello Suppressa -. I due territori sono molto diversi e anche le esperienze pastorali finora vissute. La situazione generale, anche a livello nazionale, è caratterizzata da una crisi che non tende a subire un cambiamento. Le guerre e le instabilità geopolitiche poi aggravano la situazione economica mondiale e nazionale. Mancano investimenti sostanziosi sul welfare e purtroppo chi è povero è sempre più povero”.

I dati. I Centri di Ascolto e Centri operativi delle due Caritas diocesane nel primo semestre del 2024 hanno incontrato complessivamente 2.552 persone, con un aumento del 9,3% rispetto allo stesso periodo del 2023. L’incremento si deve principalmente alla maggiore capillarità della ricerca sul territorio pesciatino, mentre in riferimento a Caritas Pistoia le presenze restano tutto sommato costanti rispetto all’anno precedente (-2,8%), ma comunque costantemente superiori rispetto agli anni pre-covid, con un aumento in doppia cifra (+10%). La maggior parte delle persone incontrate dalle due Caritas hanno nazionalità straniera, seppur la differenza con gli italiani attesti una forbice inferiore ai 10 punti percentuali (54,5 a 45,5). La popolazione straniera maggiormente rappresentata è quella dell’Albania seguita a pochi decimali da quella del Marocco. La presenza albanese è forte su entrambi i territori, mentre la popolazione marocchina è soprattutto concentrata sul territorio della Diocesi di Pistoia, dove risulta addirittura la prima nazionalità straniera (26,8% del totale degli stranieri incontrati dai Centri di Caritas Pistoia). La terza nazione più rappresentata è quella della Nigeria, che ha una maggiore concentrazione percentuale nella Diocesi di Pescia (22,7% del totale degli stranieri incontrati dai Centri di Caritas Pescia).

Tra gli altri dati che vanno a costituire l’ossatura delle maggiori problematicità riscontrate, nel dossier 2024 emerge come circa un terzo degli italiani che hanno richiesto aiuto sia over 65, confermando il trend che vede un aumento dell’età anche negli stranieri (il 6,6% ha più di 65 anni). Il 20% del totale delle persone incontrate dalle Caritas delle due Diocesi risulta occupato, confermando l’aspetto dell’aumento dell’incidenza del lavoro povero che il territorio sta vivendo ormai da tempo.

“Oggi, assieme alla Caritas diocesana di Pistoia, presentiamo i dati relativi ai bisogni intercettati dai Centri di Ascolto diocesani e parrocchiali, nei primi sei mesi dell’anno corrente – ricorda Cristina Brizzi, direttrice della Caritas diocesana di Pescia -.Un lavoro che ci ha visti camminare insieme e che ci porterà a trovare soluzioni concrete affinché i più bisognosi possano divenire protagonisti e non solo spettatori della vita delle comunità ecclesiali. Papa Francesco ci invita ad essere cuore e mani tra la gente, a recuperare i rapporti umani e restituire la dignità a chi rischia di perderla. Attraverso lo stile che è proprio di Caritas, ci impegneremo ad accompagnare anche le Caritas parrocchiali per il raggiungimento di questo fine. Il tutto in sinergia con gli altri attori, ecclesiali e non, del territorio, per un accompagnamento migliore delle singole situazioni di povertà”

“Il lavoro povero è una realtà – conclude Suppressa – gli stipendi sono esattamente quelli di sempre, mentre il caro vita è schizzato alle stelle. I lavoratori sono sottopagati e non tutelati, una famiglia non riesce, pur con mille sacrifici, a far quadrare il bilancio”. Un pensiero, in conclusione, alle tantissime persone che sono dietro questi numeri, anche dal lato di chi accoglie.

Il messaggio del Vesvovo Fausto Tardelli:

«Potrebbe sembrare una cosa da nulla o un mero elemento tecnico; invece no, perché rappresenta qualcosa di molto significativo e interessante: per la prima volta, l’ascolto delle povertà che da origine al dossier annuale, è stato realizzato in modo coordinato tra la diocesi di Pistoia e quella di Pescia. Ciò ha permesso di rilevare la situazione delle povertà praticamente sull’insieme della Provincia di Pistoia e anche un po’ oltre, rendendo i dati raccolti particolarmente interessanti. Inoltre, ha espresso una comunione e una sinergia davvero encomiabili ed esemplari, dando così corpo a quella unione “in persona episcopi” che dal gennaio scorso, per volontà di Papa Francesco, ha unito la diocesi di Pistoia e quella di Pescia. Lasciate che esprima la mia soddisfazione per questo fatto, unitamente alla mia gratitudine per gli operatori Caritas delle due diocesi che sono stati davvero ammirevoli.
Detto questo, a proposito del dossier, vorrei richiamare tre cose da non dimenticare mai quando si ha in mano questo libretto. La prima è che i dati scritti qui sopra non sono numeri ma persone. Persone incontrate e con le quali si è entrati in dialogo, offrendo accoglienza e amicizia. Scontato? Direi proprio di no. La Caritas, espressione diretta della Chiesa, non è un ente “erogatore di servizi”, bensì sono uomini e donne che cercano di realizzare relazioni di giustizia e di amore, che si sforzano con l’aiuto di Dio, di tessere una tela di relazioni umane significative, dove si realizzi uno scambio di doni e di aiuti, all’interno di una comunità in cui tutti si sentano a casa. Non fa assistenzialismo o filantropismo: si sforza piuttosto di costruire una “civiltà dell’amore”, secondo la bella espressione coniata da Papa San Paolo VI. La seconda cosa da non dimenticare è che la rilevazione delle povertà vuole essere ogni anno anche un grido rivolto all’intera società: il grido dei più poveri, degli ultimi, degli scartati e dei dimenticati. In questo senso, la voce della Caritas e della chiesa non è sempre ovattata ed “educata”, perché il grido di chi non ha voce deve arrivare a tutti e deve disturbare il sonno di tutti. E tutti ci dobbiamo porre una domanda: cosa posso fare io individuo, cosa posso fare io istituzione o realtà sociale, di fronte al grido dei poveri? L’ultima cosa che intendo sottolineare è la concretezza dei dati che balzano agli occhi ogni anno e che persistono purtroppo in modo inquietante di anno in anno: come l’enorme problema abitativo, in assenza quasi completa di un piano di edilizia popolare; la ancora consistente incapacità di far incontrare in modo positivo la domanda e l’offerta di lavoro; oppure il problema di remunerazioni assolutamente insufficienti per andare avanti; oppure la piaga sempre troppo rilevante del lavoro nero oppure ancora la situazione drammatica dei senza fissa dimora, degli immigrati, dei disperati della strada, degli sbandati: categorie di persone verso le quali si fa troppo poco. Le cose da notare sarebbero comunque anche molte altre e pure da altri punti di vista. Una lettura attenta del dossier le farà scoprire.
Il Dossier viene presentato ogni anno vicino alle feste di Natale. Ecco, gli auguri, che mi permetto di fare, i più autentici e veri, sono quelli che implicano l’impegno perché ogni povertà sia sconfitta». +Fausto Tardelli

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