L’incontro con papa Francesco, lunedì 4 marzo, ha dato il via alla «Visita ad limina apostolorum» dei vescovi toscani. Mons. Tardelli, Segretario della Conferenza episcopale Toscana e vescovo di Pistoia e Pescia: «Un bel incontro, molto familiare, molto sereno, che ci ha arricchito molto».
Circa due ore di colloquio: tanto è durato l’incontro che i vescovi toscani hanno avuto con papa Francesco in occasione della visita ad limina.
I vescovi sono stati ricevuti intorno alle 9 nella biblioteca privata del Palazzo Apostolico, e si sono intrattenuti toccando vari temi della vita della Chiesa e delle singole diocesi della Toscana. Tra le questioni affrontate: la situazione delle diocesi e delle parrocchie, la realtà dei giovani che nell’estate scorsa ha visto una bella partecipazione dalla Toscana alla Giornata mondiale della gioventù di Lisbona, il desiderio di Papa Francesco di una Chiesa accogliente per tutti, dove ognuno possa fare il suo cammino di fede.
La dichiarazione del vescovo Fausto Terdelli dopo l’udienza: «c’è stato un buon clima, un ottimo clima di conversazione, di ascolto, di attenzione, abbiamo potuto parlare tutti. Il Papa è stato molto preciso, anche puntuale, nonostante gli acciacchi, però è sempre ben sveglio e ben attento a quello che gli viene detto e a quello che anche dice. Quindi direi che è stato un bell’ incontro, molto familiare, molto sereno, che ci ha arricchito molto. Credo che anche il Papa sia stato contento. Ho fatto l’accenno al cammino sinodale che stiamo facendo, molto particolare a Pistoia con un sinodo che è dal 1936 che non si teneva più, manifestando l’entusiasmo che c’è per questo, soprattutto da parte dei laici. Poi è stato anche l’occasione per chiedere un po’ qualche delucidazione su queste unioni in persona ai episcopi che ora stanno interessando anche la Toscana, me stesso in particolare con l’unione di Pistoia con Pescia. La risposta del Papa è stata molto chiara: questa soluzione vuole essere rispettosa delle culture locali, bisogna fare attenzione al contesto nel quale si colloca l’evangelizzazione quindi si tratta di fare accorpamenti fuori luogo o fatti a scrivania, si tratta di fare un cammino che può portare in diverse direzioni, comunque è un cammino di collaborazione, di valorizzazione delle risorse particolari di ogni Chiesa. Certamente è un lavoro anche faticoso, però calato sulla realtà concreta delle situazioni senza forzature.»
A segnare le varie giornate, le celebrazioni nella basilica di San Pietro (la mattina di martedì 5 marzo), nella basilica di Santa Maria Maggiore (6 marzo) , nella basilica di San Giovanni in Laterano (7 marzo) e la celebrazione conclusiva nella basilica di San Paolo fuori le mura, la sera di venerdì 8 marzo.
I temi affrontati nell’arco dei vari incontri riguarderanno la vita delle diocesi nei vari aspetti: i vescovi si confronteranno ad esempio con il dicastero per la dottrina della fede, con quelli per i vescovi, per il clero, per la vita consacrata, per i laici, la famiglia e la vita. Si parlerà anche di ecumenismo, di dialogo interreligioso, di educazione e cultura, di liturgia e sacramenti, di missioni, di comunicazione. I vescovi incontreranno anche il dicastero per l’evangelizzazione, il servizio dello sviluppo umano integrale, la Segretaria di Stato, la Segreteria generale del Sinodo. A ogni diocesi è stata chiesta, in preparazione alla visita, una relazione dettagliata sullo stato della Chiesa locale, firmata dal vescovo ma preparata con l’apporto dei vari uffici e servizi diocesani.
Di Luca Parlanti