«Testimoni del ruolo di una Chiesa sinodale, in uscita e vicina a tutti»
Sono iniziati nel pomeriggio di venerdì 21 febbraio gli appuntamenti per l’Anno Santo del mondo del diaconato. Nel pomeriggio l’accoglienza dei diaconi si è tenuta in 12 chiese della capitale dove, divisi per lingua, alle 15.30 si è svolto un primo momento di preghiera, seguito delle catechesi, tenute da vescovi sul tema «Segni concreti di speranza nel ministero diaconale».
I nostri diaconi pesciatini hanno seguito la catechesi di Mons. Giuseppe Giuliano, Vescovo di Lucera- Troia, presso la parrocchia Santuario di Santa Maria delle Grazie al Trionfale. Nella giornata di sabato abbiamo partecipato all’incontro internazionale «Diaconi in una Chiesa sinodale e missionaria: per essere testimoni di Speranza», curato dal Dicastero per il Clero. L’incontro internazionale è stato uno degli appuntamenti più significativi, e ha radunato oltre 1400 persone, diaconi con le loro famiglie, le loro mogli, oltre ai delegati, ai responsabili e ai referenti diocesani. È stato pensato e vissuto come un incontro fatto di ascolto, di dialogo, di confronto, e nella prima parte, dopo la preghiera iniziale, la parola è stata data dal moderatore del convegno don Luca Garbinetto al prefetto per il clero il Card. Lazzaro You Heung-sik, e al segretario dello stesso, il vescovo Andrés Gabriel Ferrada Moreira per i saluti e una introduzione ai lavori. Nella sua riflessione in vescovo Moreira è partito proprio dal fatto «che il ministero del diaconato è un ministero essenziale, fondamentale per la vita e la missione della Chiesa, soprattutto oggi, in questo cambiamento d’epoca che coinvolge un po’ tutti». Dall’Europa all’Africa, dal Medio Oriente all’Asia e all’Oceania passando per le Americhe, le testimonianze dai cinque continenti che si sono alternate dal palco hanno raccontato di un ministero che in ogni Paese assume forme e peculiarità diverse ma ha un denominatore comune: l’amore e la dedizione per la Chiesa, i fratelli, i più poveri, gli emarginati. Così, è stato reso noto che se nel mondo ci sono più di 47.000 diaconi permanenti, l’Italia è la terza nazione in assoluto ad S averne consacrati di più. Ci sono anche due riflessioni; una affidata alla professoressa Serena Noceti, docente di Teologia Sistematica all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Firenze, un’altra tenuta da don Dario Vitali, teologo, docente di Ecclesiologia alla Pontificia Università Gregoriana. Nel corso delle conclusioni, lo stesso Prefetto ha annunciato che nel 2026 si terrà un altro incontro internazionale di studio per raccogliere sempre più elementi utili per la crescita del ministero ordinato nel grado del diaconato.
Al termine con tutti i partecipanti al convegno, in pellegrinaggio, abbiamo passato la Porta Santa di San Pietro. Il programma Giubilare è proseguito con la veglia di preghiera presso l’aula Paolo VI dove tutti i diaconi presenti hanno rinnovato le promesse fatte nel giorno dell’ordinazione e poi con un momento di confronto sulle testimonianze e il loro ruolo del Diacono all’interno di una Chiesa sinodale e missionaria. Nell’omelia il cardinale Lazarus You Heung-sik, ha sottolineato «come i diaconi sono uomini, uomini di comunione, ponti tra il sacerdozio ministeriale e il sacerdozio comune dei fedeli, segni concreti di speranza e di comunità. Essi sono responsabili nel testimoniare il ruolo di una Chiesa sinodale, in uscita e vicina a tutti gli uomini, in ascolto e in dialogo costante, chiamato a farsi vicino ai chi soffre, ai martiri, a chi cerca speranza».
L’ultimo appuntamento previsto per questo giubileo dei diaconi è stata la messa di domenica mattina celebrata nella basilica di S. Pietro dal Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, Mons. Rino Fisichella, dove all’inizio della celebrazione ha chiesto preghiere per Papa Francesco che proprio in questi giorni sta vivendo momenti di sofferenza. Fisichella ha esordito: «Sono particolarmente lieto di leggere l’omelia che lo stesso Papa Francesco avrebbe voluto comunicare a tutti voi in questa domenica così speciale». Ha evidenziato che, nella celebrazione dell’Eucaristia, «dove la comunione raggiunge la sua pienezza, la presenza del Papa si avverte con forza, anche se si trova in un letto d’ospedale». Papa Francesco ha sottolineato nel suo scritto «che l’annuncio del perdono è un compito essenziale dei diaconi, poiché è una condizione per ogni convivenza umana». Ha ricordato «che Gesù ci chiama ad amare persino i nostri nemici e che il perdono costruisce un futuro più speranzoso, evitando il ciclo di odio e vendetta che lacera il mondo». Nel suo messaggio, il Santo Padre ha anche evidenziato come «il servizio disinteressato è il tratto distintivo del diaconi» ed ha esortato tutti coloro che hanno ricevuto questo ordine sacramentale a fare il bene e a donarsi senza aspettarsi nulla in cambio. In questo senso, ha incoraggiato i diaconi a essere scultori e pittori del volto misericordioso del Padre attraverso il loro servizio quotidiano, avvicinando la Chiesa alle periferie e facendo della carità la più bella liturgia. Infine, Papa Francesco ha richiamato il valore della gratuità come fonte di comunione, ricordando la testimonianza di San Lorenzo, che indicò nei poveri il vero tesoro della Chiesa. La Messa, celebrata nell’ambito del Giubileo dei Diaconi, è stata così caratterizzata da un profondo clima di raccoglimento e solidarietà nei confronti del Pontefice.
Ciascuno di noi torna a casa dopo questa esperienza sicuramente più ricco e carico del desiderio di spendersi nel servizio alla chiesa. Per il diacono Alessandro, questi tre giorni di incontro, sono stati molto importanti per iniziare un percorso di studio e di crescita per la Teologia del Diaconato ma anche per comprendere meglio il loro ruolo specifico all’interno della Chiesa in rapporto al Popolo di Dio come portatori di speranza. Da questi incontri i diaconi Paolo e Daniele sottolineano invece come sia importante la figura del Diacono, che senza essere una copia del Sacerdote debba invece essere un braccio verso la periferia, verso gli emarginati della società, dato che per sua natura sta e vive in mezzo al mondo. Ci auguriamo che possa sempre più assumere queste peculiari caratteristiche per una Chiesa fonte di Speranza. Invece la moglie di Daniele, Silvana, descrivere la propria esperienza di partecipazione al Giubileo dei Diaconi mettendo in risalto, una frase dell’ omelia di Papa Francesco letta durante la S. Messa che l’ha particolarmente colpita. Partendo da questa riflessione ho rinnovato insieme a Daniele le promesse Diaconali, condividendo pienamente ciò che caratterizza la missione del Diacono e cioè le parole di Gesù: “sono venuto per servire e non per essere servito”. Anche durante l’incontro di sabato in aula Nervi, mi hanno colpito molto le testimonianze dei Diaconi che hanno condiviso la loro esperienza soprattutto di un Diacono spagnolo che ha raccontato alcuni momenti della sua storia, portando Gesù nel cuore delle persone che incontrava. Ho vissuto inoltre il passaggio della Porta Santa con raccoglimento e fede vivendo la Speranza della misericordia di Dio, per me e per la mia famiglia. Ciascuno di noi torna a casa dopo questa esperienza sicuramente più ricco e carico del desiderio di spendersi nel servizio alla chiesa. Sono stati giorni faticosi ma carichi di preghiera e di ringraziamento per il dono del ministero diaconale, un’occasione per rafforzare il legame con la Chiesa e con i fratelli nel servizio.
don Lorenzo e i diaconi Paolo, Daniele, Alessandro